Il mercurio nell'ecosistema acquatico

Il mercurio nell'interfaccia acqua-sedimento

Attraverso l’utilizzo di opportuni sistemi controllati, detti camere bentiche, è possibile studiare la mobilità (flussi bentici) dei metalli all’interfaccia acqua-sedimento. Nel Golfo di Trieste sono stati eseguiti esperimenti volti a definire il comportamento di diversi soluti (nutrienti, metalli) in questo particolare comparto. A tal fine, il sedimento e l’acqua soprastante sono stati incubati,sia in situ che in laboratorio. Di particolare interesse è risultato il comportamento del sistema acqua-sedimento proprio nei confronti del mercurio.

Da esperimenti sui flussi all’interfaccia acqua-sedimento eseguiti sul fondale del Golfo, è stato stimato che almeno il 50 % del metil-Hg rilasciato nella colonna d’acqua sarebbe prodotto in situ dalla metilazione batterica. I sedimenti del settore centrale del Golfo di Trieste possono pertanto essere considerati un’importante sorgente secondaria di forme chimiche di Hg mobili nell’ambiente marino. Queste prime indicazioni sono state recentemente confermate anche per l’area lagunare di Grado, ed hanno messo in evidenza la presenza di significative concentrazioni di Hg e metil-Hg disciolto nella colonna d’acqua, in particolare nella stagione estiva e nelle aree a circolazione d’acqua più ristretta.

Gli esperimenti di incubazione hanno permesso di monitorare, in condizioni controllate (di luce, temperatura e ossigeno), il comportamento del sistema durante la transizione ossico-anossica, simulando in tal modo un‘ipotetica condizione di anossia dei fondali. A seguito del progressivo consumo dell’ossigeno e delle altre specie ossidanti, si sono visti dei significativi cambiamenti nella composizione chimica della colonna d’acqua sovrastante il sedimento, con il rilascio di specie chimiche caratteristiche. Contemporaneamente, insieme al rilascio di Hg, il sistema ha evidenziato la tendenza alla produzione di metil-Hg.