Mercurio dall'estrazione della tetraedrite: articolo su ESPR

Data pubblicazione: 
15/04/2023

L'attività di ricerca del MercuRILab spazia dall'ambiente marino costiero a quello terrestre, ovunque ci sia mercurio e non solo. Nello specifico, le aree minerarie dismesse possono fungere da fonti di contaminazione per decenni o addirittura secoli, in quanto gli sterili di miniera ed i residui dell'attività estrattiva contengono spesso alte concentrazioni di metalli in tracce potenzialmente tossici. E' online sulla rivista Environmental Science and Pollution Research (Open access) il lavoro dal titolo: "Environmental impact of potentially toxic elements on soils, sediments, waters, and air nearby an abandoned Hg‑rich fahlore mine (Mt. Avanza, Carnic Alps, NE Italy)".

Questo lavoro rappresenta un caso studio molto particolare, relativo alla miniera del Monte Avanza, nelle Alpi Carniche occidentali, dove si estraeva la tetraedrite, un sulfosale di rame e antimonio con una certa quantità di mercurio. Lo scopo del lavoro è stato di valutare l'impatto ambientale provocato dall'attività estrattiva su suoli, sedimenti fluviali, acqua ed aria, nello specifico per il mercurio, a distanza di decenni dalla sospensione delle attività. Primo autore del lavoro è Nicolò Barago, attualmente dottorando in Scienze della Terra presso l'Università di Trieste, che insieme a Cristiano Mastroianni, laureatosi con una Tesi Magistrale proprio su questo argomento, hanno guidato il gruppo di coautori costituiti da Elena Pavoni, Federico Floreani, Filippo Parisi, Davide Lenaz e Stefano Covelli.