Articolo sull'area mineraria di Raibl: geochimica + geofisica si può

Data pubblicazione: 
02/02/2021

Quando le miniere vengono smantellate, i cumuli di sterili possono agire come fonti di contaminazione per decenni o addirittura secoli, in quanto contengono alte concentrazioni di metalli in tracce potenzialmente tossici. E' stato appena pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health (Open access) il lavoro dal titolo: "Prediction of Trace Metal Distribution in a Tailings Impound-ment Using an Integrated Geophysical and Geochemical Ap-proach (Raibl Mine, Pb-Zn Alpine District, Northern Italy)".

Questo lavoro rappresenta un caso studio unico in quanto basato su un approccio geofisico-geochimico integrato che ha permesso di caratterizzare i bacini di decantazione degli sterili della miniera di Zn e Pb di Raibl a Cave del Predil (UD) e stimare le concentrazioni dei metalli. Nello studio sono stati utilizzati i risultati delle analisi geochimiche di alcuni sondaggi, di indagini di tomografia a resistività elettrica e misure di georadar. Primo autore del lavoro è Nicolò Barago, attualmente dottorando in Scienze della Terra presso l'Università di Trieste, che è così riuscito a pubblicare la sua Tesi di Laurea Magistrale svolta sotto la supervisione di Emanuele Forte, geofisico del Dipartimento, e Stefano Covelli con il prezioso apporto delle colleghe Sara Oberti di Valnera e Mara Mauri della Direzione Ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia.